I canali tv non si vedono
Sarà capitato anche a voi di non vedere più alcuni canali TV, che fino al giorno prima non avevano dato alcun problema, facendovi rimanere totalmente inermi davanti ai vostri televisori.
Come mai? A cosa potrebbe essere dovuto? Vi sarete chiesti.
Prima di rispondere a queste domande, cominciamo col spiegare com’è strutturato un impianto antenne TV.
Schema impianto antenna TV
Quando viene progettato un impianto antenna TV, bisogna prestare attenzione alla qualità dei prodotti utilizzati, e a collocare le componenti giuste al posto giusto: il rischio è, infatti, quello di ottenere una perdita di qualità delle immagini televisive. Proprio perché il segnale che proviene dall’antenna, in base al numero di televisori che deve servire, può conoscere una certa dispersione, bisogna fare in modo di evitarla, o di, comunque, renderla minima.
Un impianto televisivo può essere composto da un’antenna o da un gruppo di antenne, che puntano su diversi ripetitori, ovvero dei dispositivi elettronici che ricevono un segnale in ingresso e lo ritrasmettono con una potenza maggiore in uscita, in modo tale da garantire la propagazione anche su lunghe distanze senza eccessive attenuazioni e degradazioni.
Alcuni ripetitori trasmettono tutti i canali, altri solo una parte, ed è per questo che per ricevere il panel completo è necessario puntare due o più antenne su diversi ripetitori - una per ricevere tutti i canali Rai e un'altra solo per i canali Mediaset, per esempio. Il segnale che riceve l’antenna è sufficiente per una TV, per cui quando si hanno da collegare più televisori è obbligatorio amplificare il segnale.
Amplificatore antenna
Quando il segnale derivante dal cavo principale è basso, oppure si vuole fare in modo di avere una dispersione minima nelle diramazioni che arrivano ai vari apparecchi televisivi, è possibile usare un amplificatore. Si tratta, come dice la stessa parola, di un componente in grado di rinforzare l’intensità dei segnali captati dall’antenna TV. Questo dispositivo si usa nelle case singole dove si hanno diverse prese TV, oppure nei condomini e nelle strutture ricettive dove è presente un impianto centralizzato.
Esistono due tipi di amplificatori antenna TV:
- Il primo si chiama amplificatore da palo e si installa sul palo delle antenne, quindi esternamente all’edificio. Questo dispositivo ha bisogno di essere alimentato, per cui all’interno dello stabile deve essere montato un alimentatore, collegato alla corrente 220V, che, tramite il cavo TV, alimenta questo tipo di amplificatore.
- Il secondo prende il nome di centralino. Questo amplificatore ha l’alimentatore incorporato per cui è necessario che sia collocato all’interno dello stabile.
In generale, l’efficienza massima di un amplificatore per segnale si ottiene quando il dispositivo viene applicato il più vicino possibile all’antenna stessa, meglio se in prossimità di un’apertura – come la botola di un sottotetto –, nel caso in cui si scegliesse un modello da interno. Attenzione alla presenza di muri di cemento armato od oggetti metallici di grandi dimensioni che potrebbero ridurre, e neanche di poco, l’efficacia degli strumenti di amplificazione del segnale. Questi due dispositivi posso essere anche installati insieme, in serie, in quelle zone in cui la ricezione del segnale televisivo risulta insufficiente o scarso.
Distribuzione segnale TV
A valle di questi due apparati va poi costruita la distribuzione, per portare il segnale alle singole prese: esistono due tipologie di dispositivi che dividono il segnale, uno si chiama divisore antenna TV e l’altro si chiama derivatore TV. Questi apparecchi vengono, spesso erroneamente, utilizzati in maniera indistinta, ma la differenza tra i due è sostanziale.
Lo scopo dei divisori è quello di dividere la linea principale in due o più linee secondarie, con la stessa attenuazione su tutte le uscite. Per esempio, in un condominio si può utilizzare un divisore per dividere il segnale su ogni piano.
Un derivatore ha invece il compito di prelevare il segnale dalla linea principale e smistarlo a sua volta verso varie diramazioni, quindi si utilizza principalmente per collegare le prese finali. Sempre prendendo come esempio un condominio, il derivatore si installa nella scatola di derivazione all’interno dell’appartamento per prelevare il segnale e inviarlo alle prese TV che in questo caso possono essere "terminali" e non "passanti".
L’impianto di distribuzione viene progettato per dare la stessa potenza a ogni presa TV: se viene calcolato male, o se si utilizzano dispositivi errati, può succedere che da una o più prese TV non si vedano i canali. Esiste poi l’ultimo tratto, il cavo cioè che va dalla presa a muro al televisore, che è il primo indiziato quando il segnale si assesta sotto una certa soglia di qualità. Spesso si utilizzano, infatti, parti di cavo scadenti, come quelli economici che vendono i negozi cinesi o anche quelli della grande distribuzione, fatti di molta plastica e poco rame: basta sostituirli con un cavo di buona qualità, dal costo di almeno 7€, e come per magia i canali torneranno visibili.
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